I fisici pluralisti: Empedocle, Anassagora e Democrito

 


I fisici pluralisti tendono a conciliare il divenire e molteplicità delle cose e l’immutabilità e unitarietà del reale.

Empedocle, Anassagora e Democrito ammettono a fondamento dell’universo una pluralità di principi materiali: le quattro radici (generano le cose mescolandosi e dividendosi grazie all’azione dell’amore e dell’odio.), i semi (Generano le cose unendosi e separandosi grazie all’intelligenza ordinatrice nonché noùs) e gli atomi (che si muovono caoticamente nel vuoto dove, aggregandosi e disgregandosi, determinano la nascita e la morte delle cose).


Empedocle è convinto che l’essere non sia suscettibile né di nascita né di morte. 

Egli vuole dare ragione delle apparenze, cioè del mondo così come viene quotidianamente sperimentato dagli uomini. Egli spiega che quello che ci appare come “nascita” non è che l’aggregarsi degli elementi (aria, acqua, fuoco, terra) in una forma determinata, mentre ciò che indichiamo come “morte” è la loro disgregazione.


Anassagora sostiene che in ognuna di esse, oltre i semi prevalenti che la caratterizzano, si trovano mescolate anche i semi di tutte le altre sostanze ma in esso sono contenuti anche semi di diversa natura. Solo l’intelletto possiede una natura semplice e in questo differisce da tutti gli altri esseri.


Per Democrito essere e non essere sono condizioni della possibilità degli enti, formati dalla mescolanza degli atomi che si incontrano nel vuoto. La differenza delle cose deriva poi dalla diversità degli elementi primi. Le diversità tra gli atomi sono di carattere quantitativo: essi infatti riguardano la forma geometrica, la grandezza, la posizione e l’ordine in cui si dispongono. “Il simile è posto in movimento dal simile”. La realtà è determinata dall’unione e dalla disgregazione degli elementi primi inalterabili, che oltre a essere infiniti di numero sono anche infiniti per forma.